Costruire l'ambiente di apprendimento

Tratto e adattato da: TESSARO FIORINO, Metodologia e didattica dell’insegnamento secondario, Armando, Roma 2002

Ambienti formativi per la costruzione dei propri saperi

Gli ambienti più efficaci per l'apprendimento sono rappresentati dalle situazioni formative in cui la partecipazione dell'allievo è attiva, ossia quando l'allievo fa qualcosa, immerso in azioni che lo coinvolgono completamente, in tutto il suo essere, sia cognitivamente che emotivamente, sia sui piano relazionale che sul piano motorio.

 

Integrando i metodi espositivi con quelli investigativi, con quelli laboratoriali, con quelli partecipativi, e utilizzandone le relative tecniche, il docente predisporrà ambienti di saperi e di esperienze formative dove gli allievi sono chiamati a partecipare alla costruzione personale della conoscenza e della competenza.

 

Tra le opzioni metodologiche attive assumono particolare rilievo alcune tecniche che si caratterizzano per:

  • la partecipazione "vissuta" degli studenti; coinvolgono tutta la personalità dell'allievo, con le sue attitudini, le sue emozioni, le sue competenze, il suo modo di relazionarsi con gli altri, la sua esperienza, e non semplicemente sul versante logico-razionale;

  • il controllo costante e ricorsivo (feed-back) e l'autovalutazione di ciò che lo studente ha acquisito attraverso un'analisi critica, individuale e di gruppo, dei comportamenti assunti o delle soluzioni prospettate;

  • la formazione in situazione; l' allievo non impara più soltanto ascoltando e guardando l'insegnante e neppure addestrandosi meccanicamente a fare qualcosa, ma impara contestualizzando le conoscenze, imparando nelle e dalle situazioni e, quindi, attribuendo significato a ciò che fa;

  • la formazione in gruppo; le tecniche didattiche attive non perseguono insegnamenti tutoriali, rivolti ad un singolo allievo, esse coinvolgono gli studenti in gruppi di lavoro e di studio; e pertanto promuovono insieme alle competenze disciplinari anche competenze sociali e relazionali.

Tecniche di insegnamento per apprendimenti eccellenti in un contesto sensibile, solidale e promozionale

Per sviluppare negli studenti degli apprendimenti significativi, ossia dotati di senso, solidi, duraturi e funzionali, sono state messe a punto e sperimentate diverse tecniche didattiche. Denominate anche "tecniche attive" di insegnamento o, per estensione sui versante dello studente, "metodi attivi" di apprendimento, queste tecniche respingono il ruolo passivo, dipendente e sostanzialmente ricettivo dell'allievo.

 

Esse, al contrario, comportano la partecipazione sentita e consapevole dello studente, poiché contestualizzano le situazioni di apprendimento in ambienti reali analoghi a quelli che l’allievo ha esperito nel passato (attualizzazione dell'esperienza), che vive ora (integrazione hic et nunc della pluralità dei contesti) o che vivrà in futuro (previsione e virtualità). 

 

L'apprendimento con le tecniche attive è un apprendimento personalizzato e in relazione: personalizzato perché costruito direttamente con lo studente attraverso feedback costanti tra la conoscenza, l'esperienza, l'azione e la riflessione metacognitiva; in relazione perché l'apprendimento con queste tecniche e frutto di collaborazioni e cooperazioni, di partecipazioni e scambi reciproci tra allievi e gruppi di allievi.

Tecniche attive e pluralità delle competenze docenti

 

 

Prima di entrare nel merito dei metodi attivi, è opportuno precisare la necessità della progettazione e gestione in équipe delle tecniche.

 

Le tecniche attive non possono e non devono essere improvvisate in aula o in laboratorio; richiedono invece rigore e accuratezza nella preparazione e nella progettazione prima dell'intervento stesso. Inoltre non si dovrà mai dimenticare il loro scopo formativo e non semplicemente giocoso.

 

Anche se la conduzione delle attività in classe è per lo più svolta da un solo insegnante, è opportuno che la progettazione coinvolga più docenti. Questi metodi si imparano con l'esperienza e con la reiterazione: due o più insegnanti insieme possono aiutarsi vicendevolmente a migliorare la preparazione degli strumenti e dei mezzi necessari, a prevedere le possibili reazioni e le conseguenze che da soli difficilmente si intravedono, a correggere eventuali errori di impostazione o di comunicazione, rendendo più comprensibile il linguaggio, e così via.

Le tecniche e le nostre scelte

 

Le tecniche definiscono il rapporto tra il soggetto che apprende e la situazione d’apprendimento.

 

Prendiamo in considerazione quattro gruppi di tecniche attive: 

 

 

  • Tecniche simulative; per esempio il role playing (gioco dei ruoli) per l’interpretazione e l’analisi dei comportamenti e dei ruoli sociali nelle relazioni interpersonali; la simulata su copione, maggiormente trasferibile alle situazioni reali; ecc..
  • Tecniche operative; come le dimostrazioni e le esercitazioni: esse puntano ad affinare le abilità tecniche e operative mediante la riproduzione di una procedura. 
  • Tecniche di analisi della situazione che si avvalgono di casi reali: nello studio di caso si analizzano situazioni comuni e frequenti, nell'incident si affrontano situazioni di emergenza.
     
  • Tecniche di apprendimento insieme, tra cui possiamo annoverare la tecnica del brainstorming (cervelli in tempesta), per l’elaborazione di idee creative in gruppo, e il metodo del cooperative learning, per lo sviluppo integrato di competenze cognitive, operative e relazionali. 

Con queste ultime gli studenti lavorano normalmente in gruppi eterogenei di piccole dimensioni, in modo che ognuno possa partecipare attivamente allo svolgimento dei compiti assegnati dal docente. Differenti sono i metodi cooperativi, con differenti soluzioni applicative e procedurali (Ellerani, 2013).

 

Solo in termini di esempio ricordiamo i metodi per:

 

  • gestire le classi multiculturali e le differenze individuali (Complex Instruction);
  • gestire la classe come comunità di ricerca (Group Investigation);
  • gestire la classe come sistema di esperienze di successo (Jigsaw II, STAD, TGT, TAI);
  • condurre la classe come comunità di caring (Learning Together);
  • motivare gli allievi alla socialità e ad una interazione positiva (Structural Approch).

Durante il corso i gruppi in formazione hanno messo in pratica le seguenti tecniche, combinandole variamente in relazione alle attività proposte dai formatori: 

 

  • brainstorming, role play, simulata, action learning;
  • Group Investigation, Jigsaw II, Learning Together;
  • Pearl Trees per la ricerca e l’organizzazione dei contenuti, CmapTools per l’analisi, e la messa in relazione informativa, Springpad per raccolta, documentazione e comunicazione delle esperienze. 

Nel corso delle sperimentazioni le tecniche esperite possono arricchirsi anche con altre, così come possono essere utilizzati varianti o provati adattamenti di alcuni metodi.

Il Progetto “3-4-3” per costruire un ambiente inclusivo

Gli insegnanti, durante il Corso di Formazione, sono stati coinvolti in attività in cui, lavorando su nodi concettuali, come fossero degli studenti, hanno avuto modo di provare, direttamente l’applicazione di tecniche attive e cooperative e, in modo integrato, l’uso di quelle tecnologie ritenute più funzionali allo scopo formativo. 

 

Il presupposto da cui si è partiti è che per gli insegnanti l’apprendimento significa “apprendere ed agire”, cimentandosi in azioni reali, dalle quali scaturiscono interrogativi, formulazione di domande e ricerca di risposte, acquisizione di conoscenze. Da qui la scelta di strutturare il corso in un “fare in laboratorio” (con il ruolo ora di allievi ora di insegnanti) e in un “fare a scuola” con le attività di sperimentazione in classe.

 

Partendo dalla pratica si è cercato di innescare il circolo virtuoso di "pensiero / azione / riflessione", prefiggendosi di produrre cambiamenti a livello individuale e di gruppi di insegnanti, che lavorano assieme. Questo apprendimento investe non solo il livello cognitivo ma anche quello emotivo e valoriale. Sul piano organizzativo, inoltre, è stata garantita la presenza del formatore-tutor che opera sia come supporto che come specchio critico, in momenti progettuali, ma anche in classe.

 

Metaforicamente il progetto riprende la formazione tattica “3-4-3”, per indicare la complessità dell’esperienza nel suo intero disegno, e l’impegno degli insegnanti su più fronti:

  • la soluzione di problemi organizzativi;

  • la messa a punto di soluzioni didattiche; 

  • lo sviluppo di competenze di gestione dei progetto e della classe; 

  • lo sviluppo di capacità riflessiva di apprendimento dall’esperienza, di problem setting e di capacità di re-inquadrare l’esperienza in una nuova cornice;

  • lo sviluppo personale, come l’apertura alla ricerca, l’autoregolazione, la tenacia. 
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